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lunedì 15 gennaio 2018

Tra Civita Castellana e Fabbrica di Roma è possibile vistare la bellissima città di Falerii Nova.
Le rovine si estendono per circa 5,5 km, qui è possibile vedere una strada che univa Civita Castellana a Fabbrica di Roma, mentre purtroppo le rovine ci permettono di avere solo una idea del precedente abitato.
Il muraglione, a protezione della città, è la parte che è ancora ben visibile, come l'antica abbazia ducentesca di S. Maria di Falerii e l'annesso convento. Anche se oggi Falerii è una città abbandonata, ha avuto nel suo periodo di vita vari insediamenti.
Le rovine di Falerii Novi, di notevole rilevanza storico architettonica, sono racchiusi da una cinta di mura, perlopiù di forma trapezoidale, quasi perfettamente conservata. Le mura, costruite con giganteschi blocchi quadrati di tufo rosso, si estendono per 2108 metri di lunghezza, sono alte circa 17 metri e racchiudono 27 ettari di terreno per la gran parte coltivati. Le mura erano interrotte da circa 80 torri quadrate (oggi ne rimangono la metà) distanziate una dall’altra di circa 30 metri. La maggiore concentrazione di torri si trovava nei punti in cui le difese naturali risultavano meno efficaci rendendo meno vulnerabili le mura. Nelle stesse mura si aprivano sette porte (secondo alcuni nove) affiancate da grandi torri poste ai labbazia di falerii noviati. 
Le principali porte erano quattro situate dove passavano due importanti vie di comunicazione della regione falisca e che all’interno dell’area urbana costituivano gli assi del cardo (Via Amerina) e del decumano (Via Cimina). Tra le porte meglio conservate possiamo osservare la Porta di Giove e la Porta di Bove. La caratteristica della Porta di Giove è quella di essere il primo esempio di architettura etrusca nel territorio falisco (arco etrusco) e si può riconoscere una testa del Dio Giove nella chiave di volta dell’arco (copia dell’originale conservata nel Forte Sangallo a Civita Castellana). La Porta di Bove, posta nell’angolo meridionale del perimetro, è caratterizzata dal fatto di avere il concio superiore sagomato a forma di testa di bue. Gli ultimi scavi compiuti hanno portato alla luce diverse abitazioni, il teatro e le vie urbane tra cui un tratto della Via Cimina. Il monumento più visibile, all’interno delle antiche mura, è la chiesa in stile romanico di Santa Maria di Falerii risalente alla prima metà del XII secolo e l’adiacente abbazia. La chiesa, abbandonata nel 1798 dopo i gravi danni subiti durante le efferate battaglie tra i francesi e l’esercito borbonico è stata recentemente ristrutturata e portata a nuova luce. La facciata, con un grande rosone nella parte superiore, offre un bel esempio di portale cosmatesco e un elegante interno composto da tre navate ognuna divisa da colonne in stile dorico. Le colonne prelevate dai monumenti dei dintorni sono sormontate da capitelli corinzi di notevole pregio. 
L’abbazia, abbandonata da più di sei secoli (l’ultima notizia che ci svela la presenza di monaci risale al 1373) prima di essere adibita a fattoria, versava in condizioni fatiscenti ma all’epoca dell’insediamento dei monaci cistercensi erano presenti, oltre a due cortili, la sala capitolare, la cucina con il refettorio, i granai e le officine e, nella parte superiore, i dormitori
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